giovedì 18 novembre 2010

L'intolleranza

Esistono momenti in cui tutto ciò in cui credevi lascia il posto a mille punti di domanda. Momenti nella quale la massima fiducia che tu ponevi nel tempo, nelle istituzioni, nelle possibilità, nella giustizia lasciano il posto ad una profonda amarezza. Perchè ti rendi conto che al giorno d'oggi sono poche le persone che prima di costruire le proprie sentenze su basi solide, preferiscono armarsi di stereotopi quasi fossero fedeli compagni dalla quale non separarsi mai. In Italia, per esempio, noto che la chiusura che si sta ponendo nei confronti delle altre culture stia diventando sempre più netta come l'intolleranza e, lasciatemelo dire, un pò di supidità. Penso che questo sia un forte limite in primis per noi. Perchè ciò ci rende aridi e l'aridità, per qualsiasi popolo, non è un bene. Partendo dal pressuposto che i primi ad avere questo tipo di approccio sono proprio le istituzioni, siamo proprio noi cittadini, gente comune, ad operare per primi la discriminazione o quant'altro. Identificare lo straniero come il nemico potrebbe sembrare cosa ormai superata. E invece no. Gli anni passano, i cellulari lasciano il posto ai touch, i vecchi computer mobili ai pc portatili, siamo in grado di andare nella luna..ma non siamo in grado di amarci e di aiutarci. La cosa più naturale del mondo sembra essere lontana da qualsiasi logica. Siamo l'inizio della fine. Finchè ci sarà solo una linea che divide due popoli saremo questi. Portatori di ingiustizie, portatori di infelicità.

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