giovedì 12 agosto 2010

Iran: diritti del popolo? Sono previsti dalla Costituzione iraniana ma vengono davvero rispettati?


Nonostante la realtà iraniana sia indiscutibilmente rappresentata da un regime che nega i più fondamentali dei diritti, la terza parte della Costituzione che seguì la rivoluzione del 1979 è interamente dedicata al riconoscimento e alla garanzia dei "diritti del popolo". Da una parte c'è l'esigenza di caratterizzare l'Iran come Stato islamico, e dall'altra quella di riconoscere i diritti individuali. Si tratta dunque di una Carta che in teoria riconosce molti diritti alla popolazione ma se guardiamo i fatti sappiamo tutti che purtroppo, per quanto riguarda molti aspetti, si tratta di pura teoria che non si concilia con la pratica. In particolare il binomio uomo-donna è uno dei vertici della discriminazione in Iran attorno alla quale ruotano numerose battaglie che ogni giorno vengono portate avanti da ogni parte del mondo.
In numerose disposizioni costituzionali viene ribadita l'ugualianza tra uomo e donna: art.20 della cost. : tutti i cittadini, sia uomini sia donne, sono uguali dinanzi alla legge, godono di tutti i dirittti umani, politici, economici, sociali e culturali. Secondo l'art.28 invece sia uomo che donna hanno il diritto di scegliere liberamente la professione desiderata e spetta al governo assecondare i bisogni della società per assicurare a tutti gli individui uguali opportunità e uguali possibilità di lavoro nei diversi rami di attività, mentre gli art. 20 e art.10 dispongono che sia il governo a dover creare le condizione per favorire lo sviluppo della personalità della donna e il ripristino dei suoi diritti nella sfera spirituale e materiale, valorizzandone il ruolo di madre e di attrice essenziale della vita pubblica.

Le cose sono ben diverse però. Sappiamo benissimo che le donne sono escluse da molte sfere lavorative e che per conquistarsi un pezzettino in Parlamento e quindi in politica si è dovuto faticare e anche tanto. Tralasciando il fatto che la legge islamica esclude le donne dal poter diventare Presidente della Repubblica, ancora oggi a loro sono inaccessibili molti lavori, emarginate cosi dal prendere parte alla vita pubblica del paese. Questo è solo un pezzetto del puzzle che compone il disegno delle donne iraniane. Di tutti questi diritti di cui parla la Costituzione iraniana non se ne vede nemmeno l'ombra nella realtà. Non basta un parlamento per parlare di democrazia ne di una Costituzione che sancisca diritti per poterli vedere rispettare pienamente.


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