sabato 31 luglio 2010

Una poesia per le donne iraniane e non


Alle mie sorelle

Sorgete dietro la vostra libertà,

Sorelle mie, perché restate zitte?

Sorgete che dovete bere d’ora in poi

Il sangue degli uomini tiranni.



Reclamate i vostri diritti, o mie sorelle,

Da coloro che vi chiamano deboli,

Da coloro che con cento inganni e artifici

Vi relegano in un angolo della casa.



Fin quando sarete oggetto della voluttà e del piacere

Nell’harem della lascivia dell’uomo?

Fin quando prostrerete la vostra orgogliosa testa

Ai suoi piedi come umili schiave?



Questo lamento di rabbia deve diventare

Senza dubbio urlo e grido.

Dovete spezzare queste pesanti catene

Affinché la vita si liberi a voi.



Sorgete ed estirpate la radice dell’oppressione,

Date quiete al cuore pieno di sangue,

Battetevi per garantire

La legge per la vostra libertà.


Forugh Farrokhzad
(Tehran 1935 - Tehran 1967)
traduzione dal persiano di Assunta Daniela Zini


Forugh Farrokhzad è considerata in Iran la maggiore poetessa del XX secolo. Ancora oggi il suo ricordo è più che mai vivo e presente, in quanto eletta a icona dalle donne che manifestano nelle piazze di Teheran contro il regime e riconoscono in lei un’ideale portavoce.

Io dedicherei la sua poesia che ho postato sopra a tutte le donne non solo dell'Iran ma del mondo intero.

venerdì 30 luglio 2010

Aisha: come lei molte altre donne sono vittime di una violenza senza fine

(AGI)-Per spiegare le ragioni della guerra in Afghanistan, nella copertina del prossimo numero del Time ci sara' la foto di una ragazza afghana di 18 anni sfigurata dai talebani che le hanno mozzato naso e orecchie per essere scappata dai parenti che abusavano di lei. La giovane, che si chiama Aisha, ha accettato di posare davanti all'obiettivo proprio perche' voleva far vedere al mondo "cosa succederebbe all'Afghanistan se i Talebani tornassero al potere". Il direttore del settimanale, Richard Stengel, ha confessato di aver riflettuto a lungo se pubblicare questa immagine in copertina: "Volevo essere sicuro in primo luogo che Aisha fosse consapevole di quanto stava facendo e di cio' che significa essere in copertina. Lei sa che ora diventera' un simbolo del prezzo che le donne afghane devono pagare a causa della ideologia oppressiva del talebani".

Non ho potuto fare a meno di postarlo nel mio blog. Come Aisha molte sono le donne che hanno questo tipo di trattamento. Donne sfigurate con l'acido, donne alla quale vengono mozzati naso e orecchie. In Pakistan ed in Bangladesh, rifiutare una proposta di matrimonio, scegliere un marito contro il volere dei genitori, il portare una dote non soddisfacente, chiedere il divorzio sono solo alcuni dei motivi che espongono le donne alla vendetta di mariti, familiari, partner. In molti paesi sono questi i trattamenti-maltrattamenti che le donne subiscono. Subiscono senza una giustificazione di tale violenza, senza un motivo reale. Pagano un prezzo troppo alto per quello che dovrebber essere un diritto di tutti: la libertà.

mercoledì 28 luglio 2010

La ragazza 28enne arrestata per aver pubblicato e condiviso dei link contro il regime su Facebook

Navigando sul web ho scorto questa notizia che riguarda l'Iran:

Hanieh "Sharareh" Farshi Shotorban,28 anni, è stata arrestata il 18 luglio 2010 a Tabriz. Non ci sono notizie sulle sue condizioni e inoltre lei non è autorizzata a contattare la sua famiglia.

Le forze di sicurezza sono entrate a casa sua e, dopo aver pelustrato l'appartamento le hanno confiscato alcuni oggetti personali come il suo il suo computer e il telefono, e l'hanno successivamente arrestata.

È stata portata a un centro di detenzione e poi è stata trasferita alla prigione di Evin.
E' stata accusata di "insultare ciò che è sacro" e "avere contatti con una società estera". Si crede che le sue accuse siano legate alla sua appartenenza Facebook: la ragazza è stata arrestata per aver pubblicato e condiviso dei link contro il regime proprio su Facebook.

Sharareh Farshi Shotorban non ha una storia di attivismo politico.

Fonte: http://persian2english.com/

Ecco cosa accade a chi va contro il regime. La libertà di espressione non esiste più già da molto tempo se non da sempre. Gli oppositori del regime o qualunque persona mostri la propria opposizione è un nemico da combattere. Questà è la realtà di molti paesi tra cui l'Iran. E' la triste e amara verità d'oggi.

lunedì 26 luglio 2010

Uno sguardo verso il mondo

A volte mi chiedo se le battaglie che ogni giorno si portano avanti servano davvero a qualcosa o se in realtà non c'è modo per ribaltare le cose. Più voci possono fare qualcosa ma quando ti trovi da solo? le tue parole verranno davvero ascoltate? lo vediamo oggi. Chi parla, chi scende in piazza per protestare (pacificamente) a volte ottiene qualcosa, altre viene dipinto come un contestatore, come se fosse o fossero loro a essere i pazzi della situazione. Vediamo che in Iran è anni e anni che si cerca di combattere contro la discriminazione delle donne eppure le cose non si sono risolte. In molte parti del mondo c'è ancora la guerra. Il terrorismo esiste ancora, la mafia pure. Si combatte ma tutto torna come se fosse un continuo tornare a capo. Non lo so come vi sentite voi, forse molti se ne fregheranno perchè la loro preoccupazione maggiore sarà quello dello scudetto perso o pensare a che cosa fare stasera. Non è questione di politica, io parlo di qualcosa che ci riguarda più da vicino, i nostri diritti, quello in cui crediamo, la giustizia, la libertà. Non so voi ma io mi sento impotente di fronte a questo mondo avido e pieno di ingiustizie. Ma ci credo nelle mie idee, credo in quello che sto cercando di fare. L'ignoranza che c'è oggi è radicata in qualcosa di più che la classe politica. E' radicato in noi, nelle nostre idee plasmate o cresciute in seno alla stessa ignoranza. La 'rivoluzione' deve partire prima di tutto da noi e poi dal resto. Questo è ciò che penso da ragazza di vent'anni.

venerdì 23 luglio 2010

La condizione delle donne iraniane e non

Le donne. Quelle che nel mondo soffrono le ingiustizie e l'umiliazione, che rischiano la lapidazione o la morte. Le donne che in una parte del mondo vengono ancora fortemente discriminate e trattate come esseri inferiori, anche se nell'altra parte del mondo devono comunque lottare per conquistare rispetto.
L'altro giorno sono andata ad una conferenza che si teneva a Genova nella "settimana internazionale dei diritti": Shirin Ebadi, Premio Nobel 2003 e prima giudice donna in Iran prima della Rivoluzione, era presente e ha portato la sua testimonianza di donna che lotta per le donne iraniane. Lei è un esempio, una donna che nonostante il regime e le leggi discriminatorie non si è mai arresa. Ho avuto il piacere di conoscerla e poterle fare alcune domande sulla situazione della donna. Al giorno d'oggi si presta poca attenzione a ciò che accade nel mondo e molto spesso ci affidiamo a tv e giornali che non danno il giusto rilievo a determinate tematiche. Qui potete trovare il mio pezzo sull'incontro con Shirin Ebadi e il suo discorso sulle donne: http://www.italnews.info/2010/07/22/shirin-ebadi-la-vittoria-delle-donne-puo-accorciare-la-strada-per-arrivare-alla-democrazia/ .
Attraverso le sue parole si può davvero capire quali sono le condizioni in cui vive oggi la donna in Iran e non solo. Sapevate che: la vita di una donna vale la metà di quelle di un uomo, se un uomo e una donna sono vittime di un incidente stradale il risarcimento riconosciuto per la donna è la metà rispetto a quello dell’uomo, un uomo può avere quattro mogli e può ripudiarne una quando vuole mentre per una donne divorziare è difficile e in alcuni casi impossibile, e ancora, una donna per viaggiare deve avere il permesso dell’uomo? In Arabia Saudita le donne non possono nemmeno guidare.
Siamo nel XXI secolo e ancora la discriminazione delle donne continua. Dobbiamo chiederci perchè, perchè si considera ancora inferiore rispetto all'uomo. In Iran le donne non posso essere giudici perchè non sono ritenute in grado di fare questo tipo di lavoro, perchè deboli anche moralmente. E come ha detto Shirin Ebadi, è una questione di cultura patriarcale, quella che si impone prepotentemente sulle donne, che le soffoca, che calpesta i loro diritti.
Non è possibile chiudere gli occhi davanti a questo. Io non lo farò. Continuerò a scrivere su questo e a non lasciare nel dimenticatoio le donne iraniane e non.

venerdì 9 luglio 2010

No alla legge bavaglio, si alla libertà di informazione!

Oggi 9 luglio è il giorno dello sciopero dei giornalisti per protestare contro la legge bavaglio. Alcuni aderiscono altri invece non lo faranno. Io non sono una giornalista e nemmeno una vera e propria blogger. Sono semplicemente una ragazza che scrive per passione e per la voglia di evadere dal mondo delle menzogne, da un mondo di falsa informazione e di iprocrisia. Ma nonostante io sia assolutamente contraria alla Legge bavaglio perchè noi cittadini abbiamo diritto di essere informati, di venire a conoscenza della realtà, nonostante ciò, io penso che per combattere questo 'bavaglio' non dobbiamo rifugiarci nel silenzio. Certo un silenzio simbolo, di protesta. Ma pur sempre un silenzio. No. Noi dobbiamo urlare, dobbiamo farci sentire e per questo dobbiamo continuare a scrivere, a scrivere anche ciò che viene nascosto dall'alto. Stare in silenzio sarebbe come metterci da soli il bavaglio, ed è quello che vogliono. Noi invece dobbiamo continuare a parlare, finchè avremmo la forza e la voglia di non arrenderci. La libertà di essere informati sulla verità è un diritto fondamentale che nessuno può toglierci.
No alla legge bavaglio, si alla libertà di informazione.