sabato 31 luglio 2010

Una poesia per le donne iraniane e non


Alle mie sorelle

Sorgete dietro la vostra libertà,

Sorelle mie, perché restate zitte?

Sorgete che dovete bere d’ora in poi

Il sangue degli uomini tiranni.



Reclamate i vostri diritti, o mie sorelle,

Da coloro che vi chiamano deboli,

Da coloro che con cento inganni e artifici

Vi relegano in un angolo della casa.



Fin quando sarete oggetto della voluttà e del piacere

Nell’harem della lascivia dell’uomo?

Fin quando prostrerete la vostra orgogliosa testa

Ai suoi piedi come umili schiave?



Questo lamento di rabbia deve diventare

Senza dubbio urlo e grido.

Dovete spezzare queste pesanti catene

Affinché la vita si liberi a voi.



Sorgete ed estirpate la radice dell’oppressione,

Date quiete al cuore pieno di sangue,

Battetevi per garantire

La legge per la vostra libertà.


Forugh Farrokhzad
(Tehran 1935 - Tehran 1967)
traduzione dal persiano di Assunta Daniela Zini


Forugh Farrokhzad è considerata in Iran la maggiore poetessa del XX secolo. Ancora oggi il suo ricordo è più che mai vivo e presente, in quanto eletta a icona dalle donne che manifestano nelle piazze di Teheran contro il regime e riconoscono in lei un’ideale portavoce.

Io dedicherei la sua poesia che ho postato sopra a tutte le donne non solo dell'Iran ma del mondo intero.

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