domenica 26 dicembre 2010

Confini e identità: legami con la terra

Ho riscoperto dei legami fortissimi con la mia terra, ed è una cosa che non mi capitava da tantissimo tempo. Solo mescolandomi ad altre culture ho potuto capire quanto sia forte e allo stesso tempo sottile il filo che ci lega alla nostra terra, perchè viaggiando (non solo fisicamente ma anche con la mente) non si dimenticano i propri confini ma si rafforzano. Io ho provato questo: mi sono sentita più forte e più vicina alla mia cultura. Perchè la terra non ha nazionalità, colore, lingua. Una terra che coltiva solo un frutto non è una terra ricca.
Allora ho iniziato a pensare che l'dentità è fatta di tante sfumature che si incontrano e si legano fra loro. L'identità non è fatta di confini ma di terre sconfinate che finiscono col perdersi nell'orizzonte. L'identità non è rinchiusa in una stanza ma corre per le montagne e per i deserti. Preferisce la luce al buio e i colori al bianco e nero. Preferisce condividere piuttosto che possedere. E non guarda mai l'altro con diffidenza o odio. Ma con voglia di condividere e di esplorare. Esplorare nuovi orizzonti e riscoprire il nostro vero io.


mercoledì 24 novembre 2010

Amala, rispettala ma non calpestarla!

No alla violenza sulle Donne!
Amala, rispettala ma non calpestarla!

Chiudere gli occhi di fronte alla violenza non la cancella.

giovedì 18 novembre 2010

L'intolleranza

Esistono momenti in cui tutto ciò in cui credevi lascia il posto a mille punti di domanda. Momenti nella quale la massima fiducia che tu ponevi nel tempo, nelle istituzioni, nelle possibilità, nella giustizia lasciano il posto ad una profonda amarezza. Perchè ti rendi conto che al giorno d'oggi sono poche le persone che prima di costruire le proprie sentenze su basi solide, preferiscono armarsi di stereotopi quasi fossero fedeli compagni dalla quale non separarsi mai. In Italia, per esempio, noto che la chiusura che si sta ponendo nei confronti delle altre culture stia diventando sempre più netta come l'intolleranza e, lasciatemelo dire, un pò di supidità. Penso che questo sia un forte limite in primis per noi. Perchè ciò ci rende aridi e l'aridità, per qualsiasi popolo, non è un bene. Partendo dal pressuposto che i primi ad avere questo tipo di approccio sono proprio le istituzioni, siamo proprio noi cittadini, gente comune, ad operare per primi la discriminazione o quant'altro. Identificare lo straniero come il nemico potrebbe sembrare cosa ormai superata. E invece no. Gli anni passano, i cellulari lasciano il posto ai touch, i vecchi computer mobili ai pc portatili, siamo in grado di andare nella luna..ma non siamo in grado di amarci e di aiutarci. La cosa più naturale del mondo sembra essere lontana da qualsiasi logica. Siamo l'inizio della fine. Finchè ci sarà solo una linea che divide due popoli saremo questi. Portatori di ingiustizie, portatori di infelicità.

sabato 6 novembre 2010

Anche il buio è fatto di luce...


C'è una libertà che non potrà mai esserci portata via: il coraggio di vivere. Perciò:

dipingete su tela la verità cosicchè rimanga impressa per sempre,

cantate la verità cosicchè tutti possano udirla,

scrivete la verità perchè ogni sua parola è prezioza,

danzate con la verità perchè è sempre un'ottima compagna di vita.

Dipingiamo, cantiamo, scriviamo e danziamo: la verità ha bisogna del nostro eterno coraggio e l'unico modo per continuare a esserlo è quello di vivere pienamente.
 
Anche il buio è fatto di luce!
 
Elisa

mercoledì 8 settembre 2010

Fermate quella pietra

Fermate quella pietra

Una pietra sul loro viso
una pietra sul loro cuore
una pietra sulle loro lacrime
una pietra sul loro avvenire
una pietra sulla loro vita
una pietra sulla libertà e sulla giustizia
una pietra sui diritti
una pietra sul mondo intero.
Stop alle esecuzioni. Si alla vita.

martedì 31 agosto 2010

Un mondo avido


Che cosa fa girare il mondo? semplice l'economia e gli interessi politici. Loro i grandi protagonisti delle guerre fatte in nome dell'avidità umana che non è capce di accontentarsi ne di rispettare l'altro. Si vuole sempre di più, e non importa se per questo si dovranno 'sterminare' popoli, un pò come Israele che ha tolto terre e vite ai Palestinesi, o minare la democrazia e i diritti delle persone, un pò come succede in molti paesi. Non importa perchè alla base ci saranno sempre gli interessi economici e politici e questo vale molto di più della vita e della dignità di un popolo. Così mi viene da dire che da italiana sono indignata del fatto che l'Italia possa essere in stretti rapporti con la Libia, un paese dove i diritti umani vengono continuamente calpestati. Siamo legati alla Libia in onore di interessi economici e finanziari, ma a parer mio questo non può e non deve giustificare un' alleanza con chi non ha rispetto per la vita umana. Si, polemizzo anche io, perchè sono indignata e non solo per questo. Sono indignata per altri mille motivi e principalmente per il fatto che sono sempre gli onesti a rimetterci e a discapito di chi? Rivolgendo uno sguardo verso il mondo, penso a quante ingiustizie ingiustificabili. Troppe per poterle elencare, troppe per trovare una ragione che tenga. Ma so che l'avidità umana è grande ed è insita in molte persone, molte di più rispetto a quelle a cui pensiamo e noi ci dobbiamo fare scudo, scudo da questo vortice che trascina popoli e stati. Non mi spaventa tanto la "classe politica del male" ma i cittadini che rincorrono questa politica. Noi possiamo fare la differenza.

domenica 29 agosto 2010

"Donne coraggiose" in persiano

دلاور زنان

برخیزید و بودن از تیرگی برهانید
قلبهای شکسته و ذره‌های امید را جمع کنید
به سوی خورشید کوچ کنید
گرچه تاریکی محاصره تان کرده ست

نلرزید از ترس
هر چیزی آغاز و اتمامی دارد
حتی تاریکی شب

زره شجاعت به تن کنید
خود را از فریب برهانید
با ابراز عقیده‌تان گام بسوی آزادی بگذارید

زندگی را در آغوش بگیرید
با حرمت و حقیقت
قلبهایتان را از وحشت تهی سازید

شما خالق زندگی هستید
شما ادامه زندگی هستید

Un ringraziamento ad Amir per la traduzione.

lunedì 23 agosto 2010

L'importanza di una causa


Uno dei miei motti è sempre stato "Bisogna combattere per quello in cui crediamo anche se gli altri non ci credono". Questo pensiero l'ho fatto mio quando ho capito che non è tanto importante seguire la massa quanto le proprie idee e i propri valori. "La minoranza non è una debolezza, la maggioranza non è una qualità", mi fa pensare che molto spesso non si sostenga una causa solo perchè sia ritenuta in qualche modo di minore importanza o più semplicemente perchè si pensa che agire non servirebbe a nulla. Si pensa che solo attraverso la 'quantità' e quindi una maggioranza di persone si possa ottenere qualcosa. Ma io dico che finche ci sarà anche un solo folle (chiamato cosi da chi non ha il coraggio di agire per primo) a portare avanti una determinata causa allora quella non sarà perduta. Retorica? forse si, o forse no. Ma io sono cresciuta nella convinzione che ognuno nel proprio piccolo possa fare qualcosa, possa contribuire a proprio modo. Molto spesso mi trovo a riflettere su quanto le persone al giorno d'oggi siano concentrate sul lato materiale della vita rispetto a quello spirituale. Per spirituale non intendo quello religioso, parlo di un qualcosa che è radicato dentro di noi, il nostro spirito di vita. Il senso della giustizia dovrebbe appartenerci, dovrebbe spingerci a domandarci, a chiederci, interrogarci, a non stare fermi li. Io la giustizia ce l'ho nel sangue, è un qualcosa che scorre in me e non riesco a fermare. Illusa, forse lo sono davvero. Ma sperare in qualcosa non costa nulla. Se non speri non credi. E se non credi non vivi.

lunedì 16 agosto 2010

Un mio pensiero..


Volti che si perdono oltre l'orizzonte
tra guerre senza nome
e armi senza cuore.
Volti coperti da una paura
che non lascia spazio al futuro,
le mani che si stringono per non perdersi
gli occhi che scrutano la notte in cerca di una luce
che non trovano, che non vedono.
Sono volti nascosti tra le mura
che si perdono tra le vie della città
che gridano senza voce
senza più memoria.
Si aggirano per le strade della speranza
in cerca di un motivo e di un sorriso
quel sorriso che l'oppressione ha nascosto,
ma che non potrà mai cancellare dal loro cuore.

sabato 14 agosto 2010

Una splendida poesia di Hafez sull'Iran

Ero perso con lo sguardo verso il mare
Ero perso con lo sguardo nell'orizzonte,
tutto e tutto appariva come uguale;
poi ho scoperto una rosa in un angolo di mondo,
ho scoperto i suoi colori e la sua disperazione
di essere imprigionata fra le spine
non l'ho colta ma l'ho protetta con le mie mani,
non l'ho colta ma con lei ho condiviso e il profumo e le spine tutte quante.
Ah, stenderei il mio cuore come un tappeto sotto i tuoi passi,
ma temo per i tuoi piedi le spine di cui lo trafiggi.

Hafez

giovedì 12 agosto 2010

Iran: diritti del popolo? Sono previsti dalla Costituzione iraniana ma vengono davvero rispettati?


Nonostante la realtà iraniana sia indiscutibilmente rappresentata da un regime che nega i più fondamentali dei diritti, la terza parte della Costituzione che seguì la rivoluzione del 1979 è interamente dedicata al riconoscimento e alla garanzia dei "diritti del popolo". Da una parte c'è l'esigenza di caratterizzare l'Iran come Stato islamico, e dall'altra quella di riconoscere i diritti individuali. Si tratta dunque di una Carta che in teoria riconosce molti diritti alla popolazione ma se guardiamo i fatti sappiamo tutti che purtroppo, per quanto riguarda molti aspetti, si tratta di pura teoria che non si concilia con la pratica. In particolare il binomio uomo-donna è uno dei vertici della discriminazione in Iran attorno alla quale ruotano numerose battaglie che ogni giorno vengono portate avanti da ogni parte del mondo.
In numerose disposizioni costituzionali viene ribadita l'ugualianza tra uomo e donna: art.20 della cost. : tutti i cittadini, sia uomini sia donne, sono uguali dinanzi alla legge, godono di tutti i dirittti umani, politici, economici, sociali e culturali. Secondo l'art.28 invece sia uomo che donna hanno il diritto di scegliere liberamente la professione desiderata e spetta al governo assecondare i bisogni della società per assicurare a tutti gli individui uguali opportunità e uguali possibilità di lavoro nei diversi rami di attività, mentre gli art. 20 e art.10 dispongono che sia il governo a dover creare le condizione per favorire lo sviluppo della personalità della donna e il ripristino dei suoi diritti nella sfera spirituale e materiale, valorizzandone il ruolo di madre e di attrice essenziale della vita pubblica.

Le cose sono ben diverse però. Sappiamo benissimo che le donne sono escluse da molte sfere lavorative e che per conquistarsi un pezzettino in Parlamento e quindi in politica si è dovuto faticare e anche tanto. Tralasciando il fatto che la legge islamica esclude le donne dal poter diventare Presidente della Repubblica, ancora oggi a loro sono inaccessibili molti lavori, emarginate cosi dal prendere parte alla vita pubblica del paese. Questo è solo un pezzetto del puzzle che compone il disegno delle donne iraniane. Di tutti questi diritti di cui parla la Costituzione iraniana non se ne vede nemmeno l'ombra nella realtà. Non basta un parlamento per parlare di democrazia ne di una Costituzione che sancisca diritti per poterli vedere rispettare pienamente.


giovedì 5 agosto 2010

Dedicata alle donne di tutto il mondo



Donne coraggiose

Donne alzatevi dal tumulto della notte
raccogliete i pezzi del vostro cuore
e i cocci delle vostre speranze,
camminate verso il sole
anche se il buio vi circonda
non tremate per paura
tutto comincia e tutto finisce,
anche il buio della notte.
Armatevi di coraggio
liberatevi dall'inganno
pronunciate le vostre parole
come una sorte di liberazione,
abbracciate la vostra vita
con dignità e verità
allontanando l'oppressione dai vostri cuori.
Voi siete la vita stessa, voi siete vita che scorre.
Elisa Cassinelli

sabato 31 luglio 2010

Una poesia per le donne iraniane e non


Alle mie sorelle

Sorgete dietro la vostra libertà,

Sorelle mie, perché restate zitte?

Sorgete che dovete bere d’ora in poi

Il sangue degli uomini tiranni.



Reclamate i vostri diritti, o mie sorelle,

Da coloro che vi chiamano deboli,

Da coloro che con cento inganni e artifici

Vi relegano in un angolo della casa.



Fin quando sarete oggetto della voluttà e del piacere

Nell’harem della lascivia dell’uomo?

Fin quando prostrerete la vostra orgogliosa testa

Ai suoi piedi come umili schiave?



Questo lamento di rabbia deve diventare

Senza dubbio urlo e grido.

Dovete spezzare queste pesanti catene

Affinché la vita si liberi a voi.



Sorgete ed estirpate la radice dell’oppressione,

Date quiete al cuore pieno di sangue,

Battetevi per garantire

La legge per la vostra libertà.


Forugh Farrokhzad
(Tehran 1935 - Tehran 1967)
traduzione dal persiano di Assunta Daniela Zini


Forugh Farrokhzad è considerata in Iran la maggiore poetessa del XX secolo. Ancora oggi il suo ricordo è più che mai vivo e presente, in quanto eletta a icona dalle donne che manifestano nelle piazze di Teheran contro il regime e riconoscono in lei un’ideale portavoce.

Io dedicherei la sua poesia che ho postato sopra a tutte le donne non solo dell'Iran ma del mondo intero.

venerdì 30 luglio 2010

Aisha: come lei molte altre donne sono vittime di una violenza senza fine

(AGI)-Per spiegare le ragioni della guerra in Afghanistan, nella copertina del prossimo numero del Time ci sara' la foto di una ragazza afghana di 18 anni sfigurata dai talebani che le hanno mozzato naso e orecchie per essere scappata dai parenti che abusavano di lei. La giovane, che si chiama Aisha, ha accettato di posare davanti all'obiettivo proprio perche' voleva far vedere al mondo "cosa succederebbe all'Afghanistan se i Talebani tornassero al potere". Il direttore del settimanale, Richard Stengel, ha confessato di aver riflettuto a lungo se pubblicare questa immagine in copertina: "Volevo essere sicuro in primo luogo che Aisha fosse consapevole di quanto stava facendo e di cio' che significa essere in copertina. Lei sa che ora diventera' un simbolo del prezzo che le donne afghane devono pagare a causa della ideologia oppressiva del talebani".

Non ho potuto fare a meno di postarlo nel mio blog. Come Aisha molte sono le donne che hanno questo tipo di trattamento. Donne sfigurate con l'acido, donne alla quale vengono mozzati naso e orecchie. In Pakistan ed in Bangladesh, rifiutare una proposta di matrimonio, scegliere un marito contro il volere dei genitori, il portare una dote non soddisfacente, chiedere il divorzio sono solo alcuni dei motivi che espongono le donne alla vendetta di mariti, familiari, partner. In molti paesi sono questi i trattamenti-maltrattamenti che le donne subiscono. Subiscono senza una giustificazione di tale violenza, senza un motivo reale. Pagano un prezzo troppo alto per quello che dovrebber essere un diritto di tutti: la libertà.

mercoledì 28 luglio 2010

La ragazza 28enne arrestata per aver pubblicato e condiviso dei link contro il regime su Facebook

Navigando sul web ho scorto questa notizia che riguarda l'Iran:

Hanieh "Sharareh" Farshi Shotorban,28 anni, è stata arrestata il 18 luglio 2010 a Tabriz. Non ci sono notizie sulle sue condizioni e inoltre lei non è autorizzata a contattare la sua famiglia.

Le forze di sicurezza sono entrate a casa sua e, dopo aver pelustrato l'appartamento le hanno confiscato alcuni oggetti personali come il suo il suo computer e il telefono, e l'hanno successivamente arrestata.

È stata portata a un centro di detenzione e poi è stata trasferita alla prigione di Evin.
E' stata accusata di "insultare ciò che è sacro" e "avere contatti con una società estera". Si crede che le sue accuse siano legate alla sua appartenenza Facebook: la ragazza è stata arrestata per aver pubblicato e condiviso dei link contro il regime proprio su Facebook.

Sharareh Farshi Shotorban non ha una storia di attivismo politico.

Fonte: http://persian2english.com/

Ecco cosa accade a chi va contro il regime. La libertà di espressione non esiste più già da molto tempo se non da sempre. Gli oppositori del regime o qualunque persona mostri la propria opposizione è un nemico da combattere. Questà è la realtà di molti paesi tra cui l'Iran. E' la triste e amara verità d'oggi.

lunedì 26 luglio 2010

Uno sguardo verso il mondo

A volte mi chiedo se le battaglie che ogni giorno si portano avanti servano davvero a qualcosa o se in realtà non c'è modo per ribaltare le cose. Più voci possono fare qualcosa ma quando ti trovi da solo? le tue parole verranno davvero ascoltate? lo vediamo oggi. Chi parla, chi scende in piazza per protestare (pacificamente) a volte ottiene qualcosa, altre viene dipinto come un contestatore, come se fosse o fossero loro a essere i pazzi della situazione. Vediamo che in Iran è anni e anni che si cerca di combattere contro la discriminazione delle donne eppure le cose non si sono risolte. In molte parti del mondo c'è ancora la guerra. Il terrorismo esiste ancora, la mafia pure. Si combatte ma tutto torna come se fosse un continuo tornare a capo. Non lo so come vi sentite voi, forse molti se ne fregheranno perchè la loro preoccupazione maggiore sarà quello dello scudetto perso o pensare a che cosa fare stasera. Non è questione di politica, io parlo di qualcosa che ci riguarda più da vicino, i nostri diritti, quello in cui crediamo, la giustizia, la libertà. Non so voi ma io mi sento impotente di fronte a questo mondo avido e pieno di ingiustizie. Ma ci credo nelle mie idee, credo in quello che sto cercando di fare. L'ignoranza che c'è oggi è radicata in qualcosa di più che la classe politica. E' radicato in noi, nelle nostre idee plasmate o cresciute in seno alla stessa ignoranza. La 'rivoluzione' deve partire prima di tutto da noi e poi dal resto. Questo è ciò che penso da ragazza di vent'anni.

venerdì 23 luglio 2010

La condizione delle donne iraniane e non

Le donne. Quelle che nel mondo soffrono le ingiustizie e l'umiliazione, che rischiano la lapidazione o la morte. Le donne che in una parte del mondo vengono ancora fortemente discriminate e trattate come esseri inferiori, anche se nell'altra parte del mondo devono comunque lottare per conquistare rispetto.
L'altro giorno sono andata ad una conferenza che si teneva a Genova nella "settimana internazionale dei diritti": Shirin Ebadi, Premio Nobel 2003 e prima giudice donna in Iran prima della Rivoluzione, era presente e ha portato la sua testimonianza di donna che lotta per le donne iraniane. Lei è un esempio, una donna che nonostante il regime e le leggi discriminatorie non si è mai arresa. Ho avuto il piacere di conoscerla e poterle fare alcune domande sulla situazione della donna. Al giorno d'oggi si presta poca attenzione a ciò che accade nel mondo e molto spesso ci affidiamo a tv e giornali che non danno il giusto rilievo a determinate tematiche. Qui potete trovare il mio pezzo sull'incontro con Shirin Ebadi e il suo discorso sulle donne: http://www.italnews.info/2010/07/22/shirin-ebadi-la-vittoria-delle-donne-puo-accorciare-la-strada-per-arrivare-alla-democrazia/ .
Attraverso le sue parole si può davvero capire quali sono le condizioni in cui vive oggi la donna in Iran e non solo. Sapevate che: la vita di una donna vale la metà di quelle di un uomo, se un uomo e una donna sono vittime di un incidente stradale il risarcimento riconosciuto per la donna è la metà rispetto a quello dell’uomo, un uomo può avere quattro mogli e può ripudiarne una quando vuole mentre per una donne divorziare è difficile e in alcuni casi impossibile, e ancora, una donna per viaggiare deve avere il permesso dell’uomo? In Arabia Saudita le donne non possono nemmeno guidare.
Siamo nel XXI secolo e ancora la discriminazione delle donne continua. Dobbiamo chiederci perchè, perchè si considera ancora inferiore rispetto all'uomo. In Iran le donne non posso essere giudici perchè non sono ritenute in grado di fare questo tipo di lavoro, perchè deboli anche moralmente. E come ha detto Shirin Ebadi, è una questione di cultura patriarcale, quella che si impone prepotentemente sulle donne, che le soffoca, che calpesta i loro diritti.
Non è possibile chiudere gli occhi davanti a questo. Io non lo farò. Continuerò a scrivere su questo e a non lasciare nel dimenticatoio le donne iraniane e non.

venerdì 9 luglio 2010

No alla legge bavaglio, si alla libertà di informazione!

Oggi 9 luglio è il giorno dello sciopero dei giornalisti per protestare contro la legge bavaglio. Alcuni aderiscono altri invece non lo faranno. Io non sono una giornalista e nemmeno una vera e propria blogger. Sono semplicemente una ragazza che scrive per passione e per la voglia di evadere dal mondo delle menzogne, da un mondo di falsa informazione e di iprocrisia. Ma nonostante io sia assolutamente contraria alla Legge bavaglio perchè noi cittadini abbiamo diritto di essere informati, di venire a conoscenza della realtà, nonostante ciò, io penso che per combattere questo 'bavaglio' non dobbiamo rifugiarci nel silenzio. Certo un silenzio simbolo, di protesta. Ma pur sempre un silenzio. No. Noi dobbiamo urlare, dobbiamo farci sentire e per questo dobbiamo continuare a scrivere, a scrivere anche ciò che viene nascosto dall'alto. Stare in silenzio sarebbe come metterci da soli il bavaglio, ed è quello che vogliono. Noi invece dobbiamo continuare a parlare, finchè avremmo la forza e la voglia di non arrenderci. La libertà di essere informati sulla verità è un diritto fondamentale che nessuno può toglierci.
No alla legge bavaglio, si alla libertà di informazione.

lunedì 21 giugno 2010

Protesta degli aquilani censurata

Totalmente censurato dalla tv. Certo ha precedenza un servizio sull'ultima velina approdata in tv piuttosto che un servizio su ciò che accade nel nostro paese. In effetti un corteo di circa 10.000 persone che protesta contro il governo non attira come un bel visino da copertina ma questo lo sapevamo già. No perchè se nessuno se ne fosse accorto, qualche giorno fa c'è stata la manifestazione di protesta indetta dai cittadini dell'Aquila per chiedere la proroga della sospensione delle tasse per tutti - e non solo per gli autonomi con redditi inferiori ai 200 mila euro annui - e certezze sui fondi per la ricostruzione.
Cittadini che protestano, cittadini dell'Aquila che ora si trovano a dover far fronte al dopo terremoto, abbandonati a se stessi con conti da pagare oltre quelli delle vittime. Certo c'è qualcuno che alle 3.32 di quel giorno rideva ma fidati che c'è proprio poco da ridere, veramente poco.
Fatto sta che nessun tg ha passato questa notizia quasi da voler nascondere l'accaduto perchè certo non sia mai che questo possa mettere in cattiva luce il governo, ci mancherebbe.
Facciamo finta di niente. Facciamo finta che vada tutto bene. Niente proteste, niente debito pubblico, niente precariato, niente di niente. Uhm forse ho centrato il punto: il niente. Qui non si sta facendo niente se non gli interessi di un'unica persona.

venerdì 18 giugno 2010

Grazie

Parliamone. Cosa ne pensante del Paese? va davvero tutto bene? Siamo sicuri?
Non c'è lavoro. C'è crisi. Persone sfrattate. Persone che non arrivano a fine mese. Diritti calpestati. La sanità e la giustizia sono allo sbando. Il futuro dei giovani è incerto. Infrastrutture degradate. Criminali fuori. Corruzione. Pressione fiscale aumentata. Debito pubblico no comment.
Ma va tutto bene. Così bene che invece che intervenire su tutto questo, quasi quasi penso alle intercettazioni. Penso a come pararmi per bene. Perchè l'immunità non mi basta. Eh no Alfano potevi fare di meglio. E ora arriva quello che mi serve. Una bella legge che manipoli l'informazioni, che allontani quella vera in favore di una che non dice, che nasconde. Si non mi basta controllare le tv e i giornali, io voglio il controllo totale.
Si, sicuramente questo risolverà tutti i problemi del Paese. Grazie menomale che ci sei tu.

venerdì 11 giugno 2010

Truffatori e company

Ci saranno persone che per salvarsi la faccia parleranno di persone come te, persone che hanno creduto in un progetto e hanno dato l'anima. Mentiranno e si ce la faranno, ce la faranno a passare dalla parte del giusto mettendo te nella parte di chi sbaglia. E allora dovrai abituarti a vedere ridicoli teatrini, messi su con tanto impegno che quasi quasi la convinzione almeno quella va premiata. E poi dicono che sono i giovani che pretendono, che vogliono scavalcare i grandi perchè vogliono arrivare in alto troppo presto. Io dico che non è così. Io dico che quando un giovane si impegna in un progetto credendoci fermamente e molto spesso si sacrifica c'è solo da esserne contenti e orgogliosi. Non che si punta il dito contro, troppo facile no?
Il mondo del lavoro è insidioso e pieno di truffatori e company. Apriamo gli occhi e pretendiamo sempre ciò che ci spetta perchè è un nostro diritto! Non lasciamoci sfruttare e deridere, non lasciamoci ingannare da tante belle parole. I fatti. Quelli parlano chiaro. Non sentite solo una campana ma anche le altre. Perchè ci sarà chi per salvarsi il nome farà di tutto e racconterà le peggior cose.
Informatevi sempre e non lasciate le cose al caso. Le persone oneste sono davvero poche ma quando le riconosci più evitare tante spiacevoli situazioni. Visto che non c'è governo o istituzione che si preoccupa di noi cittadini, dei nostri diritti calpestati, beh dobbiamo arrangiarci da soli. Apriamo gli occhi e non facciamo abbindolare da tv giornali e truffatori. Combattiamo anche se dovremmo scontrarci con una maggioranza. Non pieghiamoci mai al sistema perchè è quello che vogliono.

giovedì 10 giugno 2010

Prime considerazioni

La verità spaventa sempre. A volte viene sepellita altre non viene creduta. Ma è sempre lì, pronta a venire a galla, pronta ad esplodere con la stessa potenza di un vulcano. C'è chi tenta di nasconderla, chi di manipolarla. Sopprimere la libertà di informazione per esempio come sta facendo il nostro governo attraverso i decreti che sta varando. E proprio oggi è stata approvata la "legge bavaglio" sulle intercettazioni. C'è chi ci dice di non preoccuparsi, "la dittatura è ben altro". Certo, non c'è da discutere su questo. Ma la basi ci sono, ci sono proprio tutte. E ne sta dando prova giorno per giorno. Piccolezze che si trasformano in grandezze. E saremmo noi a subirne le conseguenze, saremmo noi a dover pagare per questa classe politica allo sbando. Da ventenne mi chiedo quale sarà il nostro futuro, cosa ci aspetterà. Perchè qui invece di preoccuparsi dei lavoratori, dei diritti dei cittadini non si fa altro che pensare a leggi ad personam. E noi cittadini dove siamo? cosa si sta facendo per migliorare le nostri condizioni? No perchè a parte leggi su intercettazioni e company non vedo nulla di concreto.